Tiziana e Marco Parusso, raccolgono un testimone prezioso: una famiglia, un’azienda che da cinque generazioni, a Mariondino, produce vino come stile di vita, propendendo al buono e al genuino.

Marco Parusso

La storia inizia nel 1901, con Gaspare Parusso che acquista il primo vigneto nelle Langhe, esattamente a Mariondino. Passano pochi anni per l’acquisto di ulteriori cascine ed era il 1971 quando Armando Parusso – papà di Marco – inizia a vinificare per la prima volta. Imbottigliando e sigillando il tutto con la prima etichetta di famiglia. Marco Parusso – che con estremo piacere abbiamo incontrato a Napoli, in occasione di una degustazione riservata alla stampa di settore – subentra verso la fine degli anni ‘80, dopo gli studi di enologia ad Alba. Lui e sua sorella Tiziana, obiettivo puntato sulla viticoltura e sulla qualità. Proseguono le acquisizioni di terreni e cascine e subentra anche la quinta generazione, con Giulia e Francesco, figli rispettivamente di Tiziana e Marco. Nel 2021 i Parusso festeggiano i primi 50 anni di attività, traguardo sognato e perseguito con competenza e determinazione. Senza mai perdere di vista il dove. Il terroir, colui che tutto determina, a braccetto con la sapiente mano dell’uomo.

Giulia, Marco e Tiziana Parusso

Parusso significa Langhe, nel cuore del Barolo e delle due tipologie di terreno che influiscono inevitabilmente nella produzione vinicola: il Tortoniano, tipico di La Morra, e l’Elveziano, tipico di Serralunga d’Alba. Suolo ricco di calcare, argilla, marna, arenaria e sabbia, eccola la carta d’identità del territorio. Composizione, esposizione, microclima, tuto influisce e contribuisce a caratterizzare un’inclinazione. Sono vini che raccontano al massimo il terroir da cui provengono.

Non a caso, plus dell’azienda Parusso sono le MGA alla francese, ovvero le menzioni geografiche aggiuntive, relativamente ai cru:

  • Bussia (terreno arenario, marnoso bianco e limoso, sicuramente quello più elegante della zona del Barolo);
  • Mosconi (terreno marnoso bianco e tufaceo, connubio tra classe e struttura);
  • Mariondino (terreno marnoso-arenario con vene di sabbia ed un Barolo speziato, di grande voluttuosità).

Per la famiglia Parusso, tutto parte e prosegue nel rispetto del territorio e della natura, azioni quotidiane che soddisfano e ridimensionano lo stato di salute di ogni singola pianta. In cantina, inizia il riposo delle uve, tecnica antica, già appartenuta agli Antichi Romani. A tutti gli effetti, un periodo di relax per il frutto, dopo lo “stress” causato dalla vendemmia. Ed è proprio in questo lasso di tempo che la buccia si rilassa, l’acqua di vegetazione evapora, lasciando spazio all’ossigeno. Fondamentale per far partire la fermentazione naturale, così come per attivare un tannino destinato ad essere maturo, elegante e ricco di antiossidanti: la garanzia di longevità del vino. In azienda, sono state selezionate due tonnellerie francesi, legni di qualità, stagionati all’aria. Barrique dalla tostatura media, in costante dialogo con l’ossigeno.

Parusso lavora su 28 ettari di proprietà, per un massimo di 150.000 bottiglie l’anno, con una produzione incentrata su Dolcetto, Barbera e Nebbiolo, tutti vitigni autoctoni. Dal Nebbiolo, in particolare, nascono i vini Langhe Nebbiolo, Barolo classico e i tre Cru che incorniciano lo “stile Parusso”: sono le etichette Bussia, Mosconi e Mariondino. In più, Dolcetto Piani Noce, Barbera Ornati, Barbera Superiore e la nuova sfida aziendale: un vino spumante Metodo Classico da uve Nebbiolo. Per la precisione, l’unico vitigno non autoctono coltivato in azienda è il Sauvignon Blanc e viene utilizzato per Langhe Bianco e Langhe Rovella.

Mariondino ha un’etichetta arancione, un profumo esotico e speziato, non mancano le erbe fresche ed un sorso che schiude un bel frutto maturo e succoso.

Mosconi è quello con l’etichetta marrone, si tratta di Barolo tradizionale, con note di terra e di leggera tostatura. Facile scovarvi confortanti memorie di caffè e di rotondo cioccolato.

Bussia ha un’etichetta nera, la sensazione è quella della seta, dunque eleganza nel suo sorso soffice e carezzevole, senza perdere un grammo di brio.

Perarmando è l’omaggio al fondatore, Armando Parusso. Un vino fruttato, con un suadente finale di liquirizia. Sorso che restituisce equilibrio, di grande finezza e freschezza, delicato al contempo.